Qualche sera fa ho fatto una passeggiata a piedi fino a Piazza Cestello, una bellissima e poco valorizzata piazza di Firenze che deve il suo nome alla volgarizzazione di cistercensi in cestelli da parte dei fiorentini nel Medioevo.
Dove un tempo aveva sede la Caserma Cavalli, all’interno di un antico granaio mediceo, a settembre ha aperto The stellar.
The stellar nasce come start up di Nana Bianca ed è stato realizzato con una grande attenzione all’innovazione e al futuro, grazie al contributo della Fondazione Ente Cassa di Risparmio di Firenze.
Nana Bianca occupa il primo piano con ben 400 postazioni coworking e 75 start up, ma The Stellar dispone anche di un auditorium in grado di ospitare fino a 200 persone, sale meeting per una capienza massima di 370 persone e lo storico granaio adibito a spazio mostre ed eventi istituzionali.
L’intero spazio è giovane, dinamico, versatile e proiettato al futuro: tutto è gestito tramite app!
Potete passare da The Stellar per una colazione, per un pranzo con formula ristorante oppure quick lunch nell’area gastronomica, per comprare una bottiglia di vino nella cantina curata da vino.com, start up di Nana Bianca, per fare un aperitivo, per fare una cena oppure per fare come me e fare aperitivo e fermarsi a cena.
I cocktail vengono preparati da Nicola Spaggiari, in arte “l’achimista” e possono essere gustati durante un aperitivo o scelti in abbinamento ai piatti del ristorante.
Nicola coltiva personalmente le erbe che utilizza nella preparazione dei cocktail e per creare estratti e liquori.
Ero così indecisa sulla scelta del cocktail che ne ho provati due: lo Stardust a base di sciroppo di passion fruit, Mezcal Vida, succo di ananas e soda al pompelmo e il The Stellar Cocktail con Jameson Black Barrel, infuso di cannella, scorza di agrumi, bitter al pepe rosa artigianale e ginger beer speziata.
Per cena ho provato i piatti autunnali dello chef Luigi Bonadonna che ha preparato per me piatti di pesce e di carne.
Per la vostra cena potete optare per il menù degustazione oppure alla carta.
L’entrée ha aperto la cena in maniera splendida: una terrina di agnello con nocciola e crema di zucca abbinata ad un drink con infuso di ginko biloba, citronella, acqua di verbena, rum caraibico e cordiale al lime aromatizzato alla vaniglia.
Ottime le capesante scottate, ma il mio antipasto preferito è la quaglia farcita con barbabietola, rigatino, mele, pane toscano abbinata al suo uovo e al foie gras con sale maldon.
Come abbinamento, Nicola mi ha portato un New Horizon: Ginarte, liquore all’erba di San Pietro, succo di lime e tonica botanica.
Per i primi piatti non ho un preferito assoluto, erano entrambi incredibili.
Facciamo così: provateli e fatemi sapere il vostro preferito!
Il menù di pesce presenta un ottimo spaghetto al nero di seppia con scampi e gamberi, quello di carne la Carbonara 3.0: chitarrine all’uovo con cacio e pepe nell’impasto, tuorlo d’uovo disidratato e guanciale in foglia croccante.
Molto studiati e bilanciati i secondi: triglia in crosta di pane e coniglio disossato ripieno di porcini, prugne, pane toscano e patate ripiene di cremoso al lardo abbinati ad un drink con liquore d’alloro, succo di canberry, sciroppo di sambuco e soda al mango.
Concludo con il pre-dessert, la gustosa ganache al cioccolato con gel all’amarena e sale maldon, e il dessert, la torta rotta di frolla con crema pasticcera, fichi caramellati e sorbetto al mandarino. In abbinamento il cocktail Moxie: caramello salato, Cognac Le Sauvage Augier e bitter al pimento.
Vi state chiedendo dov’è Marco? Non è venuto a cena con me perché impegnato nel corso per diventare sommelier.
Secondo voi ne ho sentito la mancanza? Non riesco a fare la dura, un po’ sì via!
È comunque qui accanto che mi chiede di tornare insieme!
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