M: Toscanaè… tornata! Abbiamo deciso di ripartire con un evento culturale per farvi scoprire il Museo dei Medici, primo ed unico museo interamente dedicato alla storia della famiglia Medici, di cui Erika adesso, che è la studiosa di famiglia, vi racconterà la storia. Ve la racconterà lei [no, il computer ancora non lo mollo!] perché ha preso tantissimi appunti durante le spiegazioni del direttore Samuele Lastrucci e di Elena Petrioli, una bravissima guida autorizzata di Firenze che ha anche un blog guarda firenze in cui pubblica sempre articoli molto utili e ben strutturati.

E: Finalmente il computer è mio!
Il museo è stato allestito nel 2019 all’interno di Palazzo Sforza Almeni in via dei Servi n. 12. È unico nel suo genere perché illustra la storia della famiglia Medici dal ramo granducale e, come ha sottolineato Elena, la sua bellezza risiede proprio nel taglio storico con cui è stato concepito. Il museo è stato pensato anche come centro di studio grazie alla peculiarità di mettere a disposizione archivi e documenti che vengono esposti a rotazione, come la carta da lettere in filigrana medicea che solitamente è difficile vedere esposta in un sistema museale.

M: Mi intrometto per rimarcare un aspetto: il fatto che i documenti vengono esposti a rotazione mi incuriosisce a tornare, ritornare e ritornare.
E: Torniamo un attimo al palazzo. Il palazzo esisteva già nel Quattrocento e apparteneva alla famiglia Taddei. È conosciuto come Palazzo Sforza Almeni perché venne regalato da Cosimo I al servitore e coppiere Sforza Almeni come ringraziamento per 24 anni di servizio.
M: La storia è avvincente: Sforza Almeni venne ucciso dallo stesso Cosimo I, strangolato addirittura, nel cortile di Palazzo Vecchio per aver fatto la spia al figlio Francesco dopo la morte di Eleonora di Toledo. Pare infatti che Cosimo, dopo la morte della moglie, abbia avuto una relazione con una Albizi da cui addirittura era nato un figlio, da tenere segreto. Quindi Sforza fece la spia con i figli di Cosimo e Cosimo lo sistemò per la sua imprudenza. Pensate anche che prima di morire Sforza, per cui ormai ho tanta simpatia, fece uno stemma dedicato ai Medici e ai Toledo che si trova nell’atrio del palazzo, mentre in via del Castellaccio è presente una copia.
E: Percorrendo il museo salta subito agli occhi la collezione dei ritratti su cui Elena si è soffermata per raccontarci aneddoti curiosi. Ve ne racconto alcuni: Cosimo chiamava Eleonora di Toledo “pavoncella” perché molto materna con gli 11 figli. Devo confessarvi che Eleonora è un personaggio che mi ha sempre affascinato fin da bambina quando vidi il ritratto fattole da Bronzino agli Uffizi. Era la figlia del viceré di Napoli e Cosimo utilizzò la sua dote (9000 fiorini) per acquistare Palazzo Pitti, il giardino e gli orti adiacenti. I ritratti procedono per coppie, troviamo Francesco I e Giovanna d’Austria, anche se sappiamo che amava Bianca Cappello e che gli amanti sono morti in circostanze misteriose nella Villa medicea di Poggio a Caiano. Il fratello Ferdinando I tolse gli abiti da cardinale e sposò Cristina di Lorena.

Con Cosimo II inizia la decadenza medicea. Elena ci ha spiegato che con Cosimo II si ha l’impressione che i Medici smettano di fare i Medici: all’inizio del Seicento infatti decidono di chiudere il banco di famiglia in un momento in cui Firenze viveva una grande fioritura di arti e scienza.
Cosimo II aveva sposato Maria Maddalena d’Austria e dalla loro unione erano nati Leopoldo (poi cardinale) e Ferdinando II (fondatori dell’Accademia del Cimento).
Ferdinando II aveva sposato la cugina Vittoria della Rovere per mettere le mani sul Ducato di Urbino. Vittoria era figlia di Claudia, una sorella di Cosimo II. Rimasta orfana, era stata portata alle Murate e cresciuta dalle suore. La loro unione portò a Firenze molti mobili e quadri che oggi sono conservati agli Uffizi.
M: Ferdinando II e Vittoria ebbero un unico figlio, Cosimo III, perché Vittoria, molto religiosa, aveva sorpreso il marito con un uomo e non si concesse a lui per ben 20 anni!
E: Grazie Marco per questo tuo intervento gossip! Cosimo III sposò Marguerite Louise D’Orleans, cugina del re Sole, abituata a vivere nel lusso della corte francese. Cosimo III fu il primo ad ottenere il titolo di sua altezza reale. Prima di questo riconoscimento ai Medici ci si rivolgeva con il titolo di Sua altezza serenissima. Fin dai tempi di Cosimo I i Medici cercavano le origini nobili della famiglia, ben sapendo che il titolo di duca era stato regalato. Il figlio Ferdinando
Una moglie molto devota al marito fu Violante di Baviera che alla sua morte fece mettere il proprio cuore nella tomba di Gian Gastone.
M: La sala da cui sono rimasto più affascinato è la sala della corona con l’ologramma che ricostruisce virtualmente la corona dei Medici che tutti sappiamo perduta.
E: Vicino alla sala della corona troviamo la piccola cappella con gli affreschi di scuola del Vasari.
Il Museo è strutturato in sale proprio per agevolare il visitatore alla passeggiata nella storia dei Medici. Nella Sala del Seicento è conservato il modellino di un galeone mediceo. Ebbene sì, i Medici avevano una flotta di ben 7 ammiraglie e Ferdinando I tentò addirittura di conquistare il Brasile via mare. Sempre all’interno della sala troviamo documenti sul vaiolo contratto da Ferdinando II.
M: Ferdinando II non è stato molto fortunato: vaiolo a 16 anni e quando diviene Granduca nel 1630 la Toscana viene colpita dalla peste.
E: Marco è sempre tra noi! In questa sala sono esposte anche delle graziose statuette di zucchero, riproduzioni di quelle che venivano realizzate per decorare i banchetti. Abbiamo notizie che erano sulla tavola di Maria quando si sposò in Francia.

M: Che storia triste quella di Maria: morta lontana da Parigi, povera e a casa del pittore Rubens che aveva lavorato a corte. A Parigi la chiamavano la “grassa banchiera fiorentina” e venne esiliata dai figli.
E: Ti ricordi anche qualche curiosità sulla Sala del Settecento?
M: Sala del Settecento… Maria Louise d’Orleans. Litigava spesso con Cosimo III perché voleva vivere nel lusso e faceva continue richieste al marito di perle e gioielli. Comunque lei Cosimo III non lo voleva sposare proprio: si era fatta venire il morbillo psicosomatico prima del matrimonio perché innamorata del cugino Carlo di Lorena. Ma niente da fare.
Da quello che ci ha raccontato Elena mi sono fatto l’idea di una donna vissuta nell’epoca sbagliata perché aveva molta voglia di essere indipendente: cavalcava senza sella, giocava a carte e ai dadi e non era in sintonia con la Firenze dell’epoca. Quando si separò da marito, venne mandata a Montmartre dalle suore e dette fuoco al convento pur di non vivere segregata.
E: Un personaggio davvero particolare: le lettere tra lei e il marito sono ricche di fascino e di disprezzo: Maria Louise si lamentava degli alimenti perché voleva stare alla corte del re Sole e augura spesso la morte al marito.

Vi abbiamo incuriosito? Grazie a Elena che ci ha accompagnato con il suo entusiasmo alla scoperta del Museo dei Medici che merita di essere visitato e apprezzato da tutti per la sua unicità. Grazie a Start Firenze che ci ha fatto omaggio delle audioguide supportando la nostra associazione Toscanaé che aiuta a valorizzare le bellezze del territorio toscano.
Comments